INTRODUZIONE

Essendo un’appassionata di danza irlandese, alcuni anni fa ho aperto questi blog in cui trattare l’argomento senza dilungarmi troppo in questioni tecniche su una forma di danza che era pressoché sconosciuta qui in Italia; pensavo che i dettagli avrebbero finito con l’annoiare più che interessare i lettori. Ora invece mi sembra che sia il momento giusto per un approfondimento. Negli ultimi anni in Italia la danza irlandese ha cominciato a diffondersi in misura maggiore rispetto a quanto non fosse avvenuto in precedenza. Ci sono sempre stati gruppi di cultori del genere irlandese nelle sue varie forme, ma queste sono sempre state poco note alla grande massa. È negli ultimi tempi che gli italiani hanno cominciato a mostrare un interesse crescente nei confronti della danza irlandese, in particolare la step dance o solo dance, ossia la danza irlandese cosiddetta “da solista”. Questo interesse è stato suscitato soprattutto dai famosi spettacoli firmati Michael Flatley (Riverdance, Lord Of The Dance, Feet Of Flames, Celtic Tiger) e Colin Dunne e Jean Butler (Dancing On Dangerous Ground), cui si possono aggiungere anche Gaelforce Dance, Celtic Legends e molti altri. Spesso presenti nei cartelloni dei teatri italiani sotto la dicitura “musical”, questi spettacoli sono stati visti e apprezzati dagli italiani e ci sono sempre più persone che decidono di cimentarsi con questo stile di danza intraprendendone lo studio. Indubbiamente l’Irish step dance esercita un fascino notevole, ma quando si tratta di scendere un po’ più nel merito ci si rende conto che le idee sono piuttosto confuse. Molte volte la gente riceve notizie poco chiare e frammentarie ed effettivamente gli stessi spettacoli non aiutano a chiarire le idee a chi non abbia già una certa esperienza di danza irlandese. Bisogna ricordare, infatti, che uno spettacolo risponde a esigenze teatrali e, soprattutto, è libera espressione artistica dell’autore/coreografo, di conseguenza, ciò che spesso si vede sui palcoscenici è una commistione di stili diversi e di elementi provenienti da diversi ambiti artistici nonché dalla creatività personale del coreografo. È molto difficile, se non addirittura impossibile per chi non conosca gli stili in questione, distinguere ciò che è irlandese da ciò che non lo è affatto, per non parlare poi di distinguere ciò che è irlandese tradizionale da ciò che è irlandese sì, ma stile Riverdance o stile Michael Flatley. Importante, a mio modesto avviso, è ricordare che la danza che vediamo in questi accattivanti spettacoli è comunque derivata, in primo luogo, dall’Irish step dance e che, per capire veramente e apprezzare ancora di più ciò che vediamo e che magari vogliamo anche noi danzare, dobbiamo partire “dalle origini”.